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La sartoria napoletana seconda parte

La concezione minimalista della sartoria napoletana elimina tutto ciò che è superfluo e si concentra sul fit più naturale e l’intera costruzione della giacca è nel segno della flessuosità e leggerezza. Le sue caratteristiche nascono per lasciare spazio al movimento, originariamente per assecondare la tipica abitudine dell’uomo partenopeo di accompagnare le parole ad una particolare gestualità.

La giacca

La giacca della sartoria napoletana ha un taglio unico, che lo distingue da ogni altro capo spalla. Per riconosce la giacca sartoriale napoletana basta individuare i tratti caratteristici che restano immutati ancora oggi. Vediamo i dettagli che permettono a chiunque di saper riconoscere le caratteristiche specifiche che connotano la giacca napoletana.

  • la giacca che “zompa arrèto”: la giacca è più corta dietro.
  • la pince lunga nella parte anteriore e più corta nella parte posteriore fa “scivolare” meglio la giacca lungo il corpo. Lo scollo “a martiello”: l’apertura della giacca sulla camicia in geometria con i revers.
  • la manica “a mappina” (straccio in dialetto napoletano): le maniche hanno l’aria vissuta e formano un’arricciatura sulla parte alta. La manica è importante nella sua parte superiore (la cosiddetta “tromba”), più bombata e rotonda. Scende lievemente più corta per
    mostrare meglio il polsino della camicia. Questo particolare dà la possibilità di muoversi con disinvoltura.
  • la manica è cucita “a camicia”: ossia il tessuto è applicato al di sotto della spalla come si usa nelle camicie e con una leggera morbidezza del giro.
  • il taschino “a barchetta”: il taschino sul petto, viene tagliato leggermente concavo sull’orlo superiore, con la parte esterna decisamente rialzata in modo che risulti simile al profilo di una barca (deve sempre avere una specie di ripiegatura a cannolo quando si è seduti).
  • il “tre bottoni strappato a due”: giacca a petto singolo tre bottoni ma viene stirata a due con il primo dei tre bottoni sempre slacciato.
  • altezza del collo e spacchi: la giacca napoletana a differenza delle altre ha un collo alto e presenta spacchi laterali profondi, che in molti casi possono arrivare anche ai 28-30 cm.
  • doppia impuntura: la cucitura è visibilmente realizzata due volte sia all’esterno che all’interno.
  • la fodera “volante”: la fodera è perfettamente rifinita ma aperta, non ricopre totalmente l’interno della giacca, ma lascia scoperta tutta la parte posteriore lasciando visibile la precisione e la pulizia del lavoro sartoriale.
  • le tasche a toppa o applica: le tasche tipicamente napoletana dalla forma tondeggiante. La tasca applicata invece è a pignata, per la sua forma peculiare simile a quella di una pentola.
  • le tasche interne a penisola. Più comode e resistenti, le tasche interne escono solo in parte dalla fodera.
  • Revers: i revers sono ampi, in genere non meno di 10 cm.
  • la ripresa (pence): la prima ripresa sul davanti arriva fino al fondo.
  • bottoni e asole. I bottoni sulla manica sono uno per il blazer sportivo e due distanziati per l’abito. Riporto alcune dicerie: l’arguzia degli artigiani partenopei è stata tale da convincere la clientela che un solo bottone fosse più elegante in quanto far ricamare otto occhielli invece che due costa di più. Le asole sono piccole e grosse, (quasi simili a quelle di camicia). L’asola è generalmente parallela a l lato superiore del revers, così assumendo un’inclinazione diversa in base al tipo di giacca: nel monopetto, infatti, il travetto, cucitura verticale su un solo lato, sarà più in alto rispetto alla parte tonda e viceversa nel doppiopetto.

Napoli, capitale non solo del gusto (pizza, babà, sfogliatella, mozzarella e chi più ne ha, più ne metta) ma anche di alta moda e di grande qualità. E noi siamo veramente fieri di questo.

Sergio Cairati

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