Matrimonio… ma non sai cosa indossare
Nel giorno del matrimonio, l’uomo certamente non è il protagonista assoluto e penso che sia giusto così per due ragioni: la prima è che la cerimonia è strutturata proprio per far emergere maggiormente la figura femminile, a partire dall’ingresso in Chiesa. Il secondo è invece più sartoriale, infatti, l’abito da sposa è molto più ricco di dettagli rispetto a quello dello sposo.
In ogni caso posso affermare che lo sposo con un abito appropriato e con accessori giusti può condividere pienamente la scena, valorizzando ulteriormente anche la sposa. Il modo migliore è quello di essere il più semplice possibile, ricordando di essere dei gentlemen che accompagnano la propria signora sin dall’altare.
Eventi formali e dress code da matrimonio
Tutti gli eventi formali richiedono un dress code specifico. Non sono poche le regole del bon ton che dovrebbero condizionare e vincolare la scelta dell’abito nuziale maschile. Eccone alcune…
Se un matrimonio si svolge prima delle 18:00, la tradizione richiede il tight. Per la cerimonia meno sfarzosa si può optare anche per il mezzo tight o il completo classico a tre pezzi. Lo smoking è considerato un abito da sera ma, con le dovute rivisitazioni, è perfetto anche per il matrimonio. Il frac è sconsigliato per i matrimoni, rientra nella categoria degli abiti di gran gala.
Gli eventi formali legati all’alta società sono preceduti da un invito dove si specifica, insieme all’ora e alla location, anche l’abbigliamento richiesto.
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Il tight
Il tight, in inglese moning suit, è per eccellenza l’abito che contraddistingue lo sposo. Ha origini anglosassoni ed è la forma abbreviata dell’inglese tight coat, cioè giacca attillata. E’ un tipo di giacca utilizzata dai gentiluomini durante gli eventi che la regina organizza nelle varie tenute e che si svolgono durante il giorno.

La giacca è rigorosamente monopetto ad un bottone con i rever a lancia e senza tasche, sagomata sulle spalle e molto avvitata sul fianco marcando cosi il punto vita. Il retro della giacca presenta due code che dovrebbero pendere appena sotto la piega del ginocchio (ma sentiti libero di farlo anche un pochino più corto), un profondo spacco centrale che culmina all’altezza della vita ove sono cuciti due bottoni, da cui partono due pieghe a soffietto.
Come si abbina il tight
Si abbina a gilet grigi o al tradizionale colore buff, una via di mezzo tra il giallo e il beige, anche se le ultime generazioni prediligono sete colorate e gli immancabili pantaloni a righe di varie tonalità. Di solito si raccomanda l’uso del tight per la cerimonia formale che si svolge prima delle 18:00 e
quando l’abito della sposa è bianco, con strascico e velo. Lo sposo che ama il classico veste il tight di colore grigio, gli altri colori sono rivisitazioni contemporanee. In generale c’è sempre una predilezione per i colori scuri anche se negli ultimi anni è stata forte la tendenza di osare con tonalità molto più accese.
A meno che il dress code della cerimonia non lo imponga, il tight non si abbina più con cilindro grigio e bastone, è importante ricordare che se si dovessero usare questi due accessori non sono da tenere durante la cerimonia. La camicia da abbinare al tight deve essere bianca con polsino a gemelli e collo rigido. É nato con il plastron ma ultimamente anche il protocollo della casa Reale Inglese, che è il più ferreo ed inflessibile, impone la cravatta; semplice di seta con nodo in base alle abitudini dello sposo.
Mai assolutamente si utilizzano il cravattino o il papillon. Le scarpe sono sempre stringate nere.

Per quanto riguarda gli invitati, la regola vuole che lo sposo in tight debba avere tutti gli invitati uomini in tight, o almeno i testimoni uomini dello sposo e della sposa dovrebbero indossarlo. Ovviamente le tradizioni non sono mai regole ferree per cui molti sposi non richiedono ai loro invitati di adeguarsi alla loro scelta.
Sergio Cairati
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