Fimelato 4 you

Quando il rumore copre la voce della gentilezza

Viviamo in un’epoca in cui chi grida sembra più credibile.
Chi interrompe, vince.
Chi impone, viene rispettato.

In questa strana equazione sociale, la gentilezza spesso appare fuori luogo.
Se parli con tono pacato, ti chiedono se sei sicuro.
Se scegli la fermezza senza alzare la voce, ti scambiano per incerto.
Se sei buono, finisci con lo stomaco pieno di amarezza più che di gratitudine.

Eppure, paradossalmente, continuiamo a insegnare ai bambini il contrario.
Gli diciamo: “Saluta”, “Chiedi scusa”, “Non interrompere”, “Sii gentile”.
Poi crescono e scoprono che chi rispetta le regole, spesso resta indietro.
Che chi è educato viene messo in discussione, mentre chi è arrogante raccoglie consensi.

Allora, forse, è arrivato il momento di cambiare rotta.
Non con un manifesto urlato, ma con scelte quotidiane.
Con comportamenti che parlano più forte delle parole.
Con gesti che costruiscono silenziosamente un nuovo modo di stare al mondo.

Perché oggi serve coraggio per non cedere alla scorciatoia del cinismo.
Serve forza per restare fedeli ai propri valori, anche quando sembrano fuori moda.
Serve lucidità per distinguere tra l’assertività e l’arroganza, tra il rispetto e la sottomissione.

Essere educati non è essere ingenui.
Essere gentili non è essere deboli.
Essere umani non significa lasciarsi calpestare.

Significa, piuttosto, allenare una forza interiore che non ha bisogno di rumore per farsi sentire.
Una forza che ascolta prima di giudicare.
Che sceglie di costruire, anche quando sarebbe più facile distruggere.
Che non confonde fermezza con aggressività, né leadership con dominio.

E se cominciassimo davvero, senza megafoni, senza slogan, a cambiare il clima?
A restituire valore alla misura, alla cura, alla presenza.
A ridare spazio alla voce di chi non urla, ma vive con coerenza?

Forse, il vero cambiamento parte da lì.
Dal coraggio tranquillo di chi sceglie ogni giorno di essere gentile, anche quando nessuno applaude.

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