Fimelato 4 you

Smoking, Tuxedo, Frac.. semplicemente chic!

Quando si parla di smoking viene subito in mente lo stile di un abito divenuto negli anni un sinonimo di eleganza.
A questo genere di capo sono associate figure quali Paul Newman, James Dean, ma anche personaggi noti femminili come Ursula Andress e Marlene Dietrich.
Una storia, quella dello smoking da uomo, caratterizzata da una inconfondibile sensualità sartoriale.

Come molti altri abiti è abbastanza difficile stabilire con esattezza la nascita dello smoking, o meglio, almeno delle linee guida principali dell’abito.
Come stiano effettivamente le cose è difficile saperlo, e forse anche inutile; fatto sta che sappiamo per certa quale fosse la funzione primaria dell’abito, almeno al tempo in cui fu (in parte) codificato: proprio come lascia intuire il suo nome infatti era usato per ‘fumare’.
Il sigaro in primis, specie nei salottini alla moda dell’alta borghesia di fine ‘800. 
Era infatti, e lo è ancora, per certi versi, una giacca molto comoda, seppur di una certa estetica sobria e piacevole, di fattura abbastanza pesante e colore scuro, ottima per assorbire le grandi quantità di fumo e non rovinarsi gli altri abiti.

Fino al 1880 l’unico abito formale maschile da sera accettato era il frac, con la marsina a coda di rondine e il farfallino bianco.
Solo nel 1865, il principe di Galles, Eduardo VII, commissionò al suo sarto un abito da indossare durante le serate informali, e diede così il via allo stereotipo di Smoking come abito elegante da sera!

Smoking, Tuxedo: eleganza senza compromessi!

Negli Stati Uniti invece è chiamato tuxedo, per la diffusione che ebbe dopo la sua prima apparizione nell’ottobre 1886 nell’omonimo club del New Jersey.
La storia, ben documentata dai registri della sartoria Henry Poole & Co. di Savile Row a Londra vuole che tra i soci fondatori del Tuxedo Club ci fossero molti suoi clienti, fra cui William Waldorf Astor, Robert Goelet, Ogden Mills e Pierre Lorillard, che vollero importare oltreoceano questo nuovo tipo di abito da sera che si facevano fare a emulazione del carismatico Principe di Galles.

Lo smoking è nero. Nero e basta!

Sono accettabili, al limite, varianti in blu mezzanotte o in bianco, ma soltanto per la giacca.
Molto apprezzato e di moda, soprattutto negli anni ’60, era il famoso ‘midnight blue’, ovvero un blu scuro molto, ma molto elegante.

Molto di moda, soprattutto negli anni ’50, era la famosa giacca bianca, da usarsi esclusivamente durante l’estate, specie nei rinfreschi all’aperto.
Va bene tutt’ora ed è molto elegante, basta che vi ricordiate di non metterla mai d’inverno e di abbinarci sempre tutti gli altri componenti invariati rispetto allo smoking nero.

La giacca e i revers

La giacca è, insieme alla cravatta a farfalla, forse la parte più riconoscibile dello smoking.
Essenzialmente è una giacca standard, almeno nella sua forma globale, che presenta però alcune caratteristiche peculiari, quali i revers sempre di raso, mostra sempre i polsini della camicia anche a braccio abbassato, ha sempre i bottoni pregiati, spesso coperti di raso.

I revers possono essere sia a lancia che sciallati, è indifferente: anche se si usa indossare lo sciallato per un giovane uomo under 45 anni, mentre le lance vanno bene per gli over 45
Anche il tessuto, varia da gusto a gusto, da manifattura a manifattura e da stagione a stagione: vi è la lana rasata, il misto-lana, il misto-seta, etc.

La chiusura…

Per la chiusura, se ne trovano di mono e doppio petto, a numero variabile di bottoni (solitamente uno o due per il monopetto e due o quattro per il doppio petto).
Scegliete anche qui quella che preferite, è indifferente: ricordatevi solo che la giacca a doppio petto va portata sempre abbottonata, anche quando vi sedete.

Quando usare lo smoking

Lo smoking è obbligatorio prima di tutto quando si riceve un invito in cui è espressamente scritta l’indicazione di presentarsi in “cravatta nera”, mentre quando viene utilizzato il termine in “cravatta bianca” è inteso il frac. Si tratta comunque di un abito per cerimonie formali, e può essere indossato per tutti quegli eventi mondani e di gala che sono caratterizzati da un protocollo rigoroso. Le occasioni per cui può essere indossato devono essere esclusivamente serali, lo smoking va indossato solo a tramonto avvenuto.

La camicia? rigorosamente bianca

In cotone o seta, maniche lunghe con polsini doppi, da abbottonare con dei gemelli, bianca e con il collo all’italiana o diplomatico. 
Il colletto deve avere le punte, in modo tale che possa ospitare al meglio il papillon, che deve essere annodato a mano e rigorosamente di colore nero, o comunque di ugual colore della giacca.

Cravatta, cravattino, papillon

Riguardo alla cravatta, forse l’elemento più caratteristico dello smoking, quella tipo ‘a farfalla’ (o ‘a caramella’, come si diceva un tempo), ed è chiamata anche comunemente ‘cravattina’, ‘cravattino’ oppure col nome francese ‘papillon’, deve essere anch’esso nero, in raso, satin o una seta.
Ma attenzione! Da annodare. Quello pre-annodato è simbolo di cattivo gusto!

Va sempre abbinata alla fusciacca o al panciotto, sia nei tessuti che nella colorazione.
Un classico, specie negli anni ’50, era la fusciacca ed il cravattino rossi cremisi, ad esempio.
Ma potete scegliere come vi pare, basta che non sia mai bianca, perché quella colorazione è riservata esclusivamente al frac.
Il panciotto oppure la fusciacca, uno dei due capi è obbligatorio, deve essere indossato dal punto vita, con le pieghe in alto e annodato nella parte posteriore, prodotto nella stessa stoffa del papillon.

La fusciacca

La fusciacca altro non è che una fascia che copre la vita, solitamente in raso e ripetiamo sempre dello stesso tessuto della farfalla, fatta tutta plissettata, e che serve principalmente a farvi comprimere la pancia.
Anche in questo caso, non deve essere per forza nera, ma si può scegliere la colorazione; l‘importante è però che sia sempre in tinta con la farfalla.

Pantaloni con bande di raso o senza?

I pantaloni devono avere le bande di raso nero sui lati, dove sono poste le cuciture e per tutta la lunghezza della banda. Non deve essere utilizzata la cintura, ma le bretelle, mentre le calze devono essere di cotone o di lana e vanno portate fino al ginocchio. Infine, la scarpa deve essere assolutamente di pelle e di fattura classica, meglio se lucida o morbida.

Per quanto riguarda le calze da indossare con lo smoking devono essere sempre lunghe a coste in grigio antrace.
E’ consigliato il filo di scozia in inverno, mentre il misto seta è preferibile d’estate.
Vanno benissimo gli auto-reggenti con elastico ma, in alternativa e se siete della ‘vecchia scuola’, volendo si possono indossare anche i sospensori da calze (a giarrettiera), sotto al ginocchio.

Ai piedi delle scarpe stringate in vernice, correntemente accettate come scarpe da smoking.
Sempre e comunque nere, possibilmente di vernice lucidate a specchio.
Ideali sarebbero quelle con il fiocco in seta, ma ormai sono quasi introvabili e quindi vanno bene anche le stringate classiche.
Mai il mocassino o ancor peggio snickers o stivali.

Gli accessori…

Fazzoletto, garofano, ninnoli e ciondoli vari: pochi e soprattutto di buon gusto. La pochette può essere abbinata alla smoking, è permesso mettere o non mettere la pochette al taschino, come più gradite voi.
Nel caso che la farfalla sia nera, come anche lo smoking, ci sta benissimo una pochette bianca, possibilmente in seta. Messa ‘a sbuffo’, magari.
Avendo il cravattino e panciotto o fusciacca colorati, si può in alternativa andare in combinazione.
Alcuni sono contro l’uso della pochette, altri no: è una di quelle cose mai codificate, quindi la scelta diventa personale.

Per l’uomo, infatti, a parte orologio e gemelli, anelli, collane e ciondoli vari sono considerati spesso di pessimo gusto, quando non totalmente pacchiani.
Detto questo, nulla vi vieta di portarne quanti volete, ma a voi il rischio di passare per bifolchi.

Per finire…

Abbiamo preparato il nostro smoking con certosina pazienza e perseveranza, scegliendo i tessuti e gli accessori migliori, seguendo scrupolosamente ogni indicazione di quest’articolo, ma ora vi si presenta d’innanzi un problema prima non calcolato: è inverno e fuori da -15 gradi centigradi.
Forse, sebbene il nostro smoking sia in lana rasata, non è il caso di rischiare una polmonite nel tragitto che vi separa dal vostro ricevimento.
Avete quindi bisogno di un soprabito.
Tempo fa, agli inizi della vita dello smoking, nella Londra vittoriana, i poveracci si vestivano da poveracci, ed i signori… Beh, da gran signori.
Ergo, chi aveva soldi e poteva permettersi una giacca di certo non necessaria come lo smoking, poteva permettersi il lusso anche di abbinarci una mantella, spesso in raso foderato.
Oggigiorno, è praticamente impossibile trovarne d’uso comune, per cui già dagli anni ’30 si è optato per i comodi cappotti stile “Chesterfield”, lunghi quanto basta, attillati o meno – a seconda di gusti e delle mode del momento – ma rigorosamente neri o grigio antrace.

Ebbene siamo giunti alla fine di questa intensa e severa presentazione.
Un capo d’abbigliamento che racchiude anche la tradizione, l’etichetta e il galateo dell’alta moda italiana, dove è possibile beneficiare della qualità e dello stile che contraddistinguono i brand made in Italy, come ad esempio gli smoking uomo di Fimelato.

Tutto ciò che resta è scegliere se acquistare oppure affittare il tuo primo smoking, ricordandosi che lo può indossare solo in situazioni dove è esplicitamente richiesto, ma soprattutto dalle 18:00 in avanti (Galateo docet).

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