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Trench, il grande classico del guardaroba

Trench, una scelta di stagione? Forse, ma non solo. Sicuramente fa ancora troppo freddo per una sola giacca e decisamente troppo caldo per il cappotto. Questa è la primavera, la stagione più interessante, ma anche insidiosa a livello di stile. Sfoderato o con l’interno in lana, spesso scozzese, dall'allure tipicamente british, il trench nasce khaki o beige, ma oggi è declinato in tante varianti, per tutti i gusti e per maggiori possibilità di abbinamento.

Quando e dove nasce il trench?

È il capo simbolo di tutti i film noir, ma anche e soprattutto dell’eleganza british. Sebbene sia ormai riconosciuto come il capo best seller di Burberry, è difficile collocare storicamente la nascita del cappotto da trincea. La paternità in realtà è ancora una questione aperta tra Mackintosh e Aquascutum.?Il chimico scozzese fu il primo a brevettare l’impermeabilizzazione nel 1983, mentre venti anni dopo fu proprio Aquascutum a iniziare a produrre cappotti impermeabili per l’esercito inglese durante la guerra in Crimea.

Questo capo, così come è oggi, nasce di certo per l’industria bellica inglese, e fu proprio Thomas Burberry, dopo Aquascutum, a ricevere l’incarico di produrre un cappotto impermeabile destinato all’esercito militare inglese. Terminata la grande guerra, il trench si diffonde in tutti i negozi di abbigliamento britannici, grazie anche alla sua praticità d’uso nelle giornate di pioggia.

Il rapporto storico con il cinema e le serie tv

Il rapporto storico con il cinema ha contribuito a far entrare il trench nell’immaginario comune come simbolo di stile senza tempo. Era il 1942 quando Michael Curtiz presentava al mondo intero quella che sarebbe diventata una delle pellicole hollywoodiane più famose di tutti i tempi: Casablanca. Ed è proprio in questo film che vediamo un elegantissimo Humphrey Bogart definire le basi stilistiche del gentleman contemporaneo. Bogart non era tra gli attori più belli di Holywood, ma quello che lo contraddistingueva dai suoi colleghi era lo stile, un guardaroba talmente particolare e innovativo che ha contribuito a farlo diventare il “bad boy” più amato dalle donne. Come dimenticare la commovente scena finale dove Bogart e Ingrid Bergman si dicono addio all’aeroporto?

Già dagli anni '20 il legame moda e cinema diventa strategico per comunicare, attraverso i costumi di scena, messaggi legati allo stile e alla storia del costume. In quegli anni Greta Garbo è una delle prime a indossare il trench sul set di Destino (1928): la visibilità del trench nel cinema è quindi inizialmente di carattere femminile e sono state numerose le donne che l'hanno indossato: Marlene Dietrich, Katharine Hepburn, Marilyn Monroe, Sophia Loren, fino ad arrivare alla scena finale di Colazione di Tiffany, pellicola caposaldo del binomio cinema-moda. Era il 1961, Audrey Hepburn e George Peppard si baciavano sotto la pioggia nella scena finale del film, entrambi indossando un trench.

Sono numerosi i capi che caratterizzano i film noir del cinema classico americano, ma nessuno di loro ha avuto una vita longeva come il trench. Nel 1960 vediamo Jack Lemmon camminare per le strade di New York avvolto nel suo trench color kaki in L’appartamento, qualche anno dopo sarà il turno di Alain Delon che interpreta il serial killer più sexy di tutti i tempi in Faccia D’angelo, anche lui con un trench. L’avanzata del capo si trasferirà nelle commedie, è il caso dell’ispettore Clouseau in La pantera rosa, interpretato da un magistrale Peter Sellers. Ma anche nella famiglia reale inglese, su Meryl Streep in Kramer contro Kramer (1979) e in tempi più recenti in Il diavolo veste Prada (2006). E in Italia? Indimenticabile il tenente Colombo, l'investigatore più seguito dagli anni '60.

Caratteristiche del trench

Proprio perché pensato per le truppe inglesi al fronte, il trench ha sempre avuto un taglio pratico e funzionale. Oltre che stiloso, ovviamente. Il modello più classico è a doppio petto, studiato per proteggere dal vento, da qualunque direzione soffiasse.

Il COLLETTO con sottogola si può portare alzato e si può anche chiudere con un pratico gancetto.

La FODERA è tipicamente in tartan: il disegno a scacchi scozzese, di origine medievale.

Le TASCHE sono oblique ed estremamente capienti! Ideali in guerra per contenere mappe e altri oggetti militari, oggi sono praticissime per mille cose.

La CINTURA si può allacciare, ma è più bella annodata. Eventualmente, il trench è bello anche lasciato aperto…

Le CINGHIE delle maniche nascono per stringerle in fondo, in caso di pioggia. Entrambe le fibbie sono ricoperte in cuoio.

La PATTA di tessuto sul pettorale (destro per gli uomini, sinistro per le donne) è una protezione aggiuntiva dal maltempo.

Altri elementi distintivi: le MANICHE raglan, la MANTELLINA posteriore, le SPALLINE militari col bottoncino e lo SPACCO dietro.

Colori, materiali e modelli di trench

In origine, i colori base erano il beige e il verde olivaOggi la gamma colori è praticamente infinita e si sono aggiunti anche motivi e fantasie. I grandi classici restano: beige, pietra, blu e nero. Ma molti marchi oggi propongono anche marrone, verde, rosa, viola, rosso, arancione, giallo, bianco.

Come dicevamo in precedenza, il signor Burberry, oltre al modello, ha inventato il tessuto del trench coat: il gabardine, un tessuto compatto con più di 100 fili intrecciati per cm. I microscopici spazi aperti della trama consentono la ventilazione, mentre la struttura compatta impedisce all’acqua di impregnare il tessuto. Non è un tessuto caldo, per questo è prevista la possibilità di abbottonare al suo interno un'imbottitura che lo rende portabile anche in inverno. Ovviamente, oltre ai grandi classici, la moda propone versioni in lana, cashmere, pelle, denim, sintetico, pelliccia, tessuto tecnico, poliestere, seta e taffetà. Poliestere, tessuto tecnico, sintetico e pelliccia sarebbero da evitare, in quanto non sostenibili e non eco-friendly.

I modelli più noti sono 4:

KENSINGTON: è il classico dei classici, quello iconico.

CHELSEA: il modello è sempre in gabardine, ma il taglio è decisamente più avvolgente e femminile.

SANDRINGHAM: ha un taglio sartoriale con busto più aderente.

WESTMINSTER: è un modello classico in gabardine, con un taglio più morbido e maschile.

Come abbinare il capospalla cult

TRENCH E LOOK FORMALE: se si sceglie un look formale, il consiglio è di abbinarlo ad un monopetto. In questo caso è meglio preferire un trench classico (color cachi) e un abito monopetto grigio, arricchendo poi l’outfit con un accessorio elegante come una cravatta o un cappello.

TRENCH E LOOK ELEGANTE MA RILASSATO: abbinabile ad un pullover dai toni più accesi, è consigliato scegliere un trench di un colore più chiaro rispetto al top che si andrà ad usare. Accompagnato ad un paio di pantaloni sartoriali e ad una stringata, il trench così matchato costituirà il passe-partout per un look chic ma non troppo impegnato.

TRENCH CON ABITO SPEZZATO: l’abito spezzato è un’ottima alternativa per un abbinamento col trench di tendenza. Basti prendere come esempio una camicia celeste e una giacca destrutturata, insieme ad un pantalone color khaki.

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