Tweed, arrivato dalla Scozia... dritto nel nostro guardaroba
Il tweed è quel tessuto che si accosta ad un gusto che non tramonta mai, soprattutto se si apprezza uno stile dalle linee sportive ma eleganti, ispirato al country inglese. Tantissime sono state le personalità ad averlo amato e onorato. Ne vuoi sapere di più? Continua a leggere!
Tipologie e provenienza
Iniziamo dalle basi. Il più celebre è il classico a spina di pesce, in origine realizzato solo con filati neri e grigi. Attualmente viene prodotto in diversi colori e motivi, tra questi l’houndstooth (o pied de poule), il checked (o quadretto) e l’overchecked (o finestrato). Il tradizionale tweed scozzese è l’Harris tweed, spopolato grazie alla contessa di Dunmore, che lo fece produrre dai fabbricanti delle isole Ebridi. Questo era in pura lana vergine, cardata, tessuta, filata e tinta a mano dagli abitanti con sostanze vegetali. Oggi non è più un tessuto di origine artigianale, ma è ritenuto ancora un prodotto di alta qualità. Si differenzia dal tweed normale perché è più ruvido. Il Donegal (o irish tweed) infine, è originario dell’omonima contea in Irlanda ed è caratterizzato da piccoli bottoni di colore contrastante con quelli di fondo.
Un viaggio nel tempo alle origini del tweed
La leggenda narra che il nome derivi da una cattiva interpretazione di un mercante che scambiò il termine twill (tweel in scozzese, ossia una armatura a saia caratterizzata da un tessuto a rigatura diagonale) con tweed, il fiume che segna il confine tra Scozia e Inghilterra dove, nell’Ottocento, si concentravano la maggior parte delle fabbriche tessili di questo tessuto. Ha dunque origini scozzesi, ma la fama la deve ad una francese.
Una giovane e lungimirante Coco Chanel ci vide qualcosa di speciale, così speciale che molti corpi femminili e maschili lo indossano ancora oggi. Fu lei la prima ad avere l’intuizione di usare un filato di lana grezza per i capi delle sue collezioni. Erano gli anni venti ed il tweed era per lo più un tessuto maschile, di lana cardata con piccoli nodi e porosa al tatto, che però aveva il grande pregio di essere più elasticizzato e durevole nel tempo. Inoltre era morbido e dall’aspetto naturale, perché manteneva la sua irregolarità. Fu questa imperfezione, assieme alla sua praticità, a conquistare Mademoiselle Coco, che lo trasformò in un tratto distintivo della maison.
All’epoca fu una vera e propria rivoluzione: per la prima volta una stoffa né nobile né pregiata veniva elevata a tessuto di haute couture. Inoltre, liberò le donne dalle costrizioni di rasi, sete e velluti e divenne il simbolo di un comfort che fino ad allora era stato appannaggio esclusivamente dell’abbigliamento maschile.
La femminilità indossa il tweed
Nel XX secolo, grazie alle celebrity che lo indossarono, fu traghettato nel patinato universo dello stile. Esso divenne parte soprattutto dell’immaginario estetico femminile: il 22 Novembre del 1963 Jacqueline Kennedy indossò un tailleur Chanel in tweed rosa. Successivamente, nel novembre 1981, la Principessa Diana, durante la luna di miele a Balmoral, indossò un completo in tweed in stile country di Bill Pashley. Nel tempo il tessuto spopolò nelle collezioni donna di molti brand, tra cui Hermés, Gianni Versace, Ralph Lauren e Giorgio Armani.
Il tweed al maschile, nel mondo dello spettacolo
Il tessuto made in Scotland è arrivato nell’Olimpo dell’abbigliamento anche grazie alle apparizioni televisive e cinematografiche. Primo tra tutti in Doctor Who, serie tv britannica di fantascienza trasmessa dalla BBC a partire dal 2005. Quando Matt Smith debuttò, la giacca in tweed anni ’60 fece decollare i click al website, ricevendo centinaia di migliaia di commenti positivi dai fan.
Gli amanti dell’avventura ricorderanno sicuramente il classico look da professore di Indiana, in Indiana Jones and the Last Crusade, che ruota attorno a un pesante abito in tweed tre pezzi e ad un paio di occhiali accademici.
Ma arriviamo al più amato: il mitico 007. Forse non sapevate che il costumista di Sean Connery basò, sebbene solo apparentemente, lo stile dell’avventuriero su quello del proprio nonno. Quando mostrò il look all’attore sorse però un problema. Connery bollò il suo abito in Harris Tweed come eccessivamente caldo per dirigersi verso la bollente città di Petra e si rifiutò di indossarlo. La troupe dovette dunque inventarsi una finta giacca in tweed, fotografando il tessuto e stampandolo su un sottile voile di cotone. Sebbene Connery odiasse questo tessuto, alcuni suoi colleghi ne rimasero totalmente affascinati.
Da ragazzo, Rowan Atkinson era ossessionato da James Bond e probabilmente fu proprio questa sua passione a portarlo a scegliere come “divisa” l’iconica giacca di tweed a due bottoni (e la cravatta rossa sottile). La semplicità del look di Mr Bean ha da sempre aiutato il pubblico a concentrarsi sul linguaggio del corpo e sulla mimica facciale, nonchè a rendere l’abbinamento riconoscibile in tutto il mondo.
Per concludere questo excursus sui personaggi maschili che hanno portato alla ribalta l’amato tessuto, non possiamo non citare i protagonisti della serie tv Netflix campione d’incassi Peaky Blinders. John Lewis, proprietario della catena di grandi magazzini di fascia alta britannici, ha dichiarato che le vendite di berretti piatti di tweed sono raddoppiate da quando è iniziata la terza stagione. Questo improvviso entusiasmo è stato ispirato dal personaggio principale Thomas Shelby, che indossa un berretto da panettiere grigio in Donegal tweed. Ambientato nell’edonistica Birminghan degli anni ’20, questo dramma malavitoso vede Shelby come capo dei Peaky Blinders. Il personaggio trasuda sicurezza e autorità, vestendosi in abiti a tre pezzi in tweed, ideali per scaldarsi nelle strade umide e fredde di quel mondo criminale.
Abbiamo capito che i fan di questo tessuto sono tantissimi, e siamo sicuri che tra loro ci sei anche tu. Hai sempre desiderato una giacca in tweed da indossare nei giorni in cui ti senti particolarmente scottish? Prenota con 30suMisura la tua videoconsulenza gratuita, i nostri esperti ti sapranno consigliare la giusta colorazione e occasione d’uso!
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