Fimelato 4 you

Una cravatta tira l'altra

Gli uomini preistorici appendevano al collo i testicoli disseccati dei nemici uccisi in battaglia dimostrando così il proprio valore ed il proprio status all’interno di una società primitiva.

Ai tempi degli antichi Egizi quando, durante i riti funebri, piccoli lembi di stoffa colorata venivano annodati al collo dei defunti.

I legionari Romani indossavano al collo un pezzo di tessuto che usavano per riparare le vie respiratorie dalla polvere durante le lunghe marce.

Eustache Deschamps poeta e scrittore francese (1346-1406) scrisse una ballata intitolata “Faite restraindre sa cravate” ovvero "riannodate la sua cravatta".

Cesare Vecellio, pittore e disegnatore Veneto (1530-1601), scrisse un libro riccamente illustrato pubblicato nel 1590 a Venezia che dedicò a tutti i costumi del mondo e nel quale troviamo scritta la parola “cravatta”.

Durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648), nel fronte francese, i migliori combattenti erano i cavalieri croati. Conclusasi la guerra, questi soldati fecero una parata di fronte al re Luigi XIV in qualità di eroi e durante quest’occasione indossarono stoffa colorata intorno al collo.

Possiamo quindi dire che, l’origine più attendibile riguardo l’introduzione della cravatta nella moda europea, risale al 1661: re Luigi XIV era una persona attenta alla moda, fu infatti subito impressionato da questo nuovo stile diventandone entusiasta.

Affidò dunque l’incarico di cravattaro al sarto di corte. Questa persona aveva il compito di aiutare il Re sia nella scelta sia nell'aiuto ad annodare la cravatta.

Non appena ne provò una, se ne innamorò e inizio subito ad indossarla, diffondendo la moda prima in Francia e successivamente in tutto il mondo.

Esistono, infine, delle raffigurazioni che risalgono ai primi anni del XIV secolo che ritraggono anche dei guerrieri cinesi mentre indossano un fazzoletto al collo.

Le cravatte e le loro origini

Quello che è certo è che le cravatte, così come le conosciamo e indossiamo, furono inventate in Inghilterra nel 1850. Pochi anni dopo arrivarono anche nel nostro paese dove hanno immediatamente ricoperto un ruolo di primo piano.

Oggi l’Italia ha sicuramente un ruolo indiscusso da protagonista nella produzione di cravatte sartoriali grazie alla creazione della cravatta "sette pieghe" definita la regina delle cravatte.

Si tratta di un pezzo unico di seta che viene ripiegato 7 volte senza aggiungere imbottitura. La sette pieghe può essere sfoderata o foderata.

In questo ultimo caso non vi è nessun interno in tela. Una cravatta sette pieghe risulta più costosa perché richiede più tessuto ed una lavorazione più accurata, ma, se la si tocca, si ha subito la sensazione di un prodotto di qualità superiore.

I molteplici vantaggi della cravatta 7 pieghe sono quindi: la caduta, la sua tenuta ed il modo di cadere. Tutte caratteristiche ineccepibili che donano una tenuta più piatta e più vicina al corpo sotto la giacca o il gilet, creando delle pieghe originali all’uscita del nodo.

Piccole curiosità sulle cravatte

Concludo con alcune curiosità che forse non conoscete ancora.

A partire dal 1924 si è affermato il metodo che fino ad ora consisteva nel tagliare il tessuto con un angolo retto rispetto alla direzione della trama invece che parallelamente.

Fu l'americano Jesse Langdsdorf ha dare origine a questo miglioramento facendolo brevettare sotto il marchio di nome Resilio. Dopo di allora è cambiato poco nella lavorazione delle cravatte.

I prodotti si differenziano soltanto per quanto riguarda la qualità e la scelta dei materiali, del rinforzo, nella quantità del tessuto lavorato e nella percentuale di lavoro fatto a mano.

La cravatta, nel corso degli anni, è stata persino al centro di diverse opere d’arte, come ad esempio il “Ritratto di donna con cravatta nera” di Modigliani; fu resa famosa anche da alcuni personaggi iconici del mondo del cinema, come i Blues Brothers e Christian Grey, che l’hanno fatta diventare un vero cult.

La cravatta è stata persino oggetto di studio di un noto matematico svedese, Mikael Vejdemo-Johansson, che si è applicato a lungo e, grazie a dei complessi modelli matematici, ha sperimentato oltre 200.000 modi per annodarla.

Le cravatte hanno addirittura un loro giorno celebrativo: infatti a partire dal 2003, il 18 Ottobre di ogni anno si festeggia il Cravatta Day

Questa festività è stata stabilita dall’Accademia Cravatica della Croazia, che avvolse intorno all’arena romana di Pola una gigantesca cravatta rossa lunga ben 808 metri, per rendere omaggio al simbolo dell’identità nazionale del Paese. Dopo quellìoccasione, nel 2008, il parlamento Croato dichiarò all’unanimità “Cravatta Day” il giorno 18 Ottobre.

Possiamo dunque concludere affermando che la cravatta è un accessorio dell'outfit maschile quasi indispensabile in diverse occasioni: dona un aspetto formale, elegante e uno charme che solo pochi uomini di classe possono avere. 

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